Non esistono migliori libri per fisioterapisti, l’esperienza li rende migliori
mi disse un medico, noto docente universitario durante una lezione vent’anni fa.
Sebbene questa affermazione fosse già contestabile allora, rappresenta tuttora l’essenza di una delle più radicate convinzioni tra professionisti sanitari.
Il fisioterapista supporta fisicamente e psicologicamente la riabilitazione di chi perde le capacità e l’autonomia di muoversi ma, con tempi e modalità differenti, lo fanno anche medici e psicologi.
Fuori dagli ospedali esiste anche un nutrito numero di figure parallele. Al di là di filosofie, modelli e motivazioni economiche che le accomunano o distinguono esiste tra loro un linguaggio che consente di dialogare: quello universale della scienza.
Leggendo questo articolo comprenderai perché è così importante che sia così.
All'interno del post ti parlerò di
Fisioterapia basata sulle evidenze: ECM, EBP, EBM
Studenti di fisioterapia, osteopatia, chiropratica hanno una tendenza che li accomuna: fremere per saper fare di più e meglio.
Gli studenti mi chiedono quali siano i migliori corsi ECM per fisioterapisti, buoni osteopati o buoni terapisti in genere.
Non è mai stato semplice orientarsi nel mondo della formazione post-laurea e dell’Educazione Continua in Medicina tra percorsi completi, corsi imperdibili, docenti rinomati e tecniche famose.
Appena uscito dall’università, ricordo chi diceva:
Se non fai tutti i livelli non puoi dire di usare la tecnica in modo appropriato.
Ora siamo agli antipodi. Viene usato come plus valore la brevità di un corso. Per essere “the best of” sembra diventino sufficienti due giorni con il docente famoso di turno, in particolare se ha conseguito PhD e ha diverse pubblicazioni alle spalle.
Less is more
Questo è lo slogan che va in voga. Efficace e foriero di verità MA…insinua nel lettore l’idea che esista una certa affinità tra l’aggettivo less (meno) e l’implicito better (meglio).
La medicina basata sulle evidenze scientifiche (EBM) rappresenta benissimo questo equivoco e ora ti spiego perché.
Per farlo ho bisogno che sia chiaro il concetto di ρ-value: per convenzione si è stabilito di considerare di provata efficacia (evidenza scientifica) una procedura, test o tecnica che porti all’effetto ipotizzato almeno 19 volte su 20.
Se non accade non significa per forza: -che non funziona- ?
Può ad esempio dire che quella medesima procedura, test o tecnica produce quegli effetti in condizioni differenti o per una diverso tipo di casi. Chiaro?
Se non del tutto, provo a farlo con un esempio: immagina una donna davanti ad un armadio pieno di vestiti che deve fare un trasloco in un armadio più piccolo.
Follia allo stato puro 😀 Eppure il ρ-value chiamato anche indice di significatività statistica è un buon modo per selezionare quali vestiti tenere e quali eliminare.
Nell’armadio piccolo finiranno i vestiti più preziosi, quelli che hanno riscosso più successo, attratto più uomini, aumentato i voti o fatto firmare più contratti.
Parametri concreti.
Certo poi lei dirà con lo sguardo smarrito tra le ante vuote:
quanti soldi spesi per niente
e se poi torna di moda?
quello me l’aveva regalato il mio primo fidanzato
l professionisti sanitari che si avvicinano alla medicina basata sulle evidenze sono più o meno in uno stato mentale simile.
I lunghi e costosi percorsi di formazione non li aiutano ad essere obiettivi e critici, bisogna però riconoscere che la ricerca scientifica e i suoi numeri parlano solo a chi ha gli strumenti per leggerli e interpretarli.
Come nessuno si azzarderebbe a mettere mano all’armadio di una donna, nessuno senza essere dotato di una minima conoscenza di statistica e di metodologia della ricerca riuscirebbe a dare un senso ai numeri dell’Evidence Based Medicine.
La triste verità è che puoi decidere di accontentarti della tua mezza anta libera perché “secondo me può bastare” oppure discutere di una più efficiente gestione dello spazio ?
L’applicazione di questa pratica come nella gestione famigliare permette di raggiungere obiettivi di efficienza che vanno molto oltre al risultato del “secondo me”.
L’Evidence Based Practice porta a maggiori probabilità di guarire i pazienti, minori rischi ed effetti collaterali delle cure, maggiore velocità e minori risorse impiegate.
Mi sembra un impegno morale sostenibile e condivisibile. Non trovi?
Ragionamento clinico in Terapia Manuale: i limiti umani della formazione
Fisioterapisti, osteopati, chiropratici vivono le medesime difficoltà terminando la formazione di base.
Dopo aver appreso migliaia di tecniche diagnostiche e terapeutiche, centinaia di modi differenti di posizionare sé stessi, il paziente o le proprie mani…non intendono certo metterne in discussione l’utilità. Chi lo farebbe?
Non è cattiveria, ma una caratteristica naturale e umana che viene descritta in molte discipline.
Nel marketing si parla di “Effetto Ikea”: le persone danno al prodotto acquistato e costruito con le proprie mani un valore maggiore del prezzo del valore acquistato inizialmente.
In fisica si denomina inerzia la tendenza di un corpo in movimento a conservare il proprio stato di moto.
Le neuroscienze studiano l’effetto priming grazie al quale le persone scelgono in base al valore delle sensazioni provate in esperienze precedenti. Quanto più sono piacevoli e sicure quanto più a priori escludono la possibilità di altri ragionamenti.
La psicologia studia il tradursi di questi automatismi “Inconsci” in abitudini.
LEGGI ANCHE: Posture scorrette e abitudini sbagliate
I fisioterapisti sono degli esseri umani (ne sono abbastanza sicuro ? ) e come tutti gli altri terapisti non sono esclusi dall’essere soggetti a questi aspetti cognitivi e psicologici.
Nel loro caso però viene influenzato un processo decisionale specifico: il ragionamento clinico.
Pensiero critico in riabilitazione
Su questo piano giace l’eterna diatriba tra terapisti a favore e contro una pratica clinica basata sulle evidenze (EBP).
Quello che è in discussione non è infatti, come potrebbe sembrare, l’accettazione o meno della validità di un test o la dimostrazione della scarsa efficacia di una tecnica.
Si tratta invece di una profonda messa in discussione dei valori del singolo professionista che fino a quell’istante, in buona fede e col massimo impegno, ha perseguito il benessere dei propri pazienti, oltre che i propri obiettivi e scopo della vita.
I freddi numeri della scienza e la lentezza del ragionamento razionale sono irrimediabilmente in contrasto col modus operandi intuitivo e la psicologia di un terapista manuale di lungo corso.
Non è meno difficile cambiare punti di vista e abitudini di un terapista di quanto non lo sia per i suoi pazienti! Per farcela la strada è la stessa: l’allenamento.
Di seguito non troverai una lista interminabile di manuali per il lavaggio del cervello, né di libri per massaggiare, infilzare, spalmare, incollare, mobilizzare o thrustare in modo EBM, ma delle letture che ti aiuteranno a dare un significato diverso a quello che sai e fai ogni giorno.
Molti di questi libri non sono scritti da fisioterapisti o terapisti manuali. Non fare come i tuoi pazienti quando dicono:- eeeh…ma tu non senti quello che sento io- per non fare gli esercizi.
Hai una straordinaria opportunità di allargare la tua visione e trovare il ruolo che ti spetta all’interno di un percorso di riabilitazione.
Un approccio alternativo rispetto a quello proposto nei corsi di laurea di fisioterapia e dei corsi di aggiornamento per fisioterapisti.
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Migliori libri sul Pensiero critico: la mia selezione
Thinking Skills: Critical Thinking and Problem Solving. Coursebook di Geoff
Ho un bel ricordo di una vacanza in Thailandia di questo libro della collana Cambridge. Ricco di spunti ed esercizi. Nulla di medico nello specifico.
D’altronde è una abilità trasversale richiesta in ogni colloquio di lavoro.
Pensieri lenti pensieri veloci di Kahneman
Su questo libro ho preparato parte di un esame universitario. Un saggio scorrevole, che spiega in modo straordinario come la mente umana affronta decisioni importanti in situazioni di incertezza.
È uno dei libri più illuminanti del secolo scorso. Non a caso l’autore ha vinto il premio nobel per l’economia.
Altri libri interessanti sul tema sono certamente
Più specificatamente per professionisti sanitari ho trovato grandi spunti di riflessione riguardo i BIAS, gli “errori di giudizio” che in modo più o meno consapevole si commettono in ambito clinico e gli automatismi decisionali che ne derivano:
Senza aver letto questi libri non avrei avuto le basi e l’opportunità di comprendere appieno i miei
Libri di Riabilitazione basata sulla Scienza: ecco dove cominciare
Changing For Good di Prochaska, PhD
Il Primo libro di cui ti parlo affronta il cambio del comportamento di una persona all’interno di un percorso di cura. Come tutti i modelli presenta delle lacune e delle critiche di cui ti parlerò in altre occasioni.
The Back Pain Revolution di Waddell
Questo è uno dei primi libri che lessi in un momento di insoddisfazione dei miei risultati come osteopata nel trattamento delle lombalgie.
Colloquio motivazionale- Aiutare le persone a cambiare di Miller, PhD e Rollnick, PhD
Un manuale che ogni professionista dovrebbe leggere una volta al giorno per ricordarsi di fare un terzo delle cose scritte ?
Clinical Reasoning in the Health Professions di Higgs
Uno dei primi manuali (questa è l’ultima edizione) che tratta del ragionamento clinico. Di seguito ti lascio altre proposte specificatamente all’ambito muscolo-schelettrico
Se lavori come me con persone che soffrondo di dolori persistenti, dolore cronico e infortuni non puoi farti mancare questi.
Il dolore. Dieci punti chiave per comprenderlo di Fabrizio Benedetti
Rapido, breve e scritto da uno dei più importanti ricercatori al mondo.
Placebo e nocebo. Dalla fisiologia alla clinica di Fabrizio Benedetti
Un libro per capire in che senso la terapia non sempre è la terapia
Dulcis infundo…se sei un vero appassionato non potevo dimenticarmi di
Evidence Based Medicine: filosofia e fisioterapia
Naturalmente non son tutti. Ne ho pronta una seconda selezione…non preoccuparti 😉
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