Il dolore nocicettivo è IL dolore. Quello causato da una lesione o da un danno imminente.
È l’allarme che scatta quando un pericolo è rilevato dai nocicettori, raffinati sensori del sistema nervoso che ci tengono lontano dai guai.
Accade anche se abbiamo paura o pensiamo di essere a rischio. Leggi questo articolo e scopri perché accade e come comportarti.
All'interno del post ti parlerò di
Cos’è
Il dolore nocicettivo indica che qualcosa non va.
Ogni dolore è un’informazione indispensabile, ma il dolore nocicettivo serve per proteggere da eventuali danni l’organismo.
Sintomi
Generalmente l’intensità del dolore nocicettivo è proporzionale al danno.
Puoi avvertire questo tipo di dolore vicino alla sede della lesione. Nel caso origini dagli organi interni l’irradiazione del dolore coinvolge un’area più ampia e lontana dalla lesione.
Questo accade per la diversità delle fibre nervose che portano a percepire questo tipo di sensazione.
Il classico esempio è il dolore al braccio per un infarto (vedi dolore viscerale).
Alcuni autori parlano di dolore nocicettivo anche parlando dei punti trigger. Punti dolenti e spessi all’interno dei muscoli (i famosi cordoni accavallati) che schiacciati (con varie tecniche di massaggio e agopuntura) proiettano una sensazione fastidiosa ampia e distante dal punto di origine.
Viene descritto come formicolio, scossa, bruciore o fitta se prevale una componente nervosa.
Mentre le strutture osteo-articolari coinvolte mimano un dolore sordo, sensazione di blocco, fitte nel muovere, senso di peso.
Persone con lesioni midollari (ad es tetraparesi, paraparesi) avvertono in ogni caso dolori di tipo nocicettivo.
Come chiunque al di sopra del livello del livello di lesione, mentre sotto la lesione infiammazioni e danni vengono percepiti in modo più vago o sottoforma di altre manifestazioni come spasmi e crisi neurovegetative (sudore, calo pressorio, svenimento, ecc).
Nocicezione
Rappresenta ciò che accade quando determinati segnali elettrici e biochimici vengono interpretati dal sistema nervoso come una minaccia per l’organismo.
Non ti è chiaro? Ne parlo in modo più approfondito in alcuni articoli
LEGGI anche: Classificazione del dolore: che dolore ho?
Dal punto di vista accademico il dolore nocicettivo si descrive come conseguenza di un danno, anche potenziale.
- Questo significa che la percezione di questo dolore (nocicezione) avvenga in seguito a:
- un’attivazione dei neuroni sensitivi primari per
un danno reale (ad esempio frattura, ustione, ecc); - un’infiammazione dei tessuti o dei nervi (per un danno, sensibilizzazione periferica)
- un’evento o una patologia che li abbia resi più sensibili (sensibilizzazione centrale)
- un’attivazione dei neuroni sensitivi primari per
- attivazione di uno dei centri deputati alla percezione del dolore
- sensibilizzazione centrale (in assenza di attivazione dei nocicettori)
- condizioni psicologiche e psichiatriche (malattie mentali) che simulino la presenza di una minaccia o di un danno.
Va da sé che il nostro organismo è meravigliosamente complesso. Per semplificare la nocicezione avviene in 4 fasi:
- Trasduzione: il momento in cui prendo una martellata sul dito. Istantaneamente vengono rilasciate delle sostanze chimiche (sostanza P e prostaglandine) che stimolano i nocicettori.
- Trasmissione: il momento in cui gli impulsi elettrici del dolore che provengono da pelle, ossa, articolazioni ( o organi interni) arrivano al midollo spinale (colonna vertebrale), per giungere al cervello (nuclei della base e aree corticali dove viene riconosciuti e memorizzati).
- Percezione: il momento in cui diventiamo consapevoli del dolore
- Modulazione: la fase in cui l’organismo agisce per vivere o sopravvivere a questa sensazione. Parlo del rilascio automatico di sostanze chimiche (endorfine e serotonina) da parte del sistema e di tutta la dimensione emotiva e razionale di una situazione dolorosa (ad esempio l’auto-rassicurazione, la richiesta di aiuto e l’affidarsi ad un professionista competente, il pensiero di fare qualcosa per stare meglio).
Puoi capire come una minaccia o un danno possano essere percepiti in modo molto differente non solo tra persone con storie diverse, ma anche dalla stessa persona in momenti e condizioni diverse della sua vita.
È su questo terreno che intervengono i concetti di soglia del dolore, tolleranza al dolore e resilienza.
Pare che essi dipendano non solo da fattori ereditari, ma soprattutto dalla quantità di esperienze dolorose apprese durante la propria vita e dalla varietà di risposte attuate per superarle.
I nocicettori
I nocicettori sono un particolare tipo di neurone sensitivo primario. Sono neuroni specializzati nella percezione degli stimoli dolorosi.
Inizialmente si credeva che i recettori presenti nella cute e nei muscoli trasmettessero sia le sensazioni termiche e di tatto che di dolore.
Sherrington invece a partire dal 1903 ipotizzò e indagò l‘esistenza di neuroni specializzati e attivati solo da stimolazioni dannose.
Le loro caratteristiche di eccitabilità e sensibilità vennero ritenute differenti rispetto ad altre fibre della sensibilità. Si riteneva potessero rispondere a bruciature, pressioni e stimolazioni di sostanze chimiche e irritanti, ma non a stimoli innocui.
Ora invece sono più chiari i meccanismi per cui i nocicettori si attivano anche in assenza di danno reale.
Dolore nocicettivo somatico e viscerale
Ogni neurone ha una porzione terminale e un corpo. Ciò che li differenzia sono la forma della parte terminale e delle fibre che conducono gli impulsi creati al loro interno.
Nella cute, nelle ossa, nei muscoli e nei tendini le terminazioni nocicettoriali producono il cosiddetto dolore nocicettivo somatico.
Queste terminazioni nervose vengono attivati da stimoli meccanici, vibratori o termini a seguito di una lesione o un infortunio (ad esempio tagli, abrasioni, artriti o artrosi).
Le fibre terminali dei nocicettori a livello viscerale sono responsabili di stimolazioni nocicettive che producono dolori e fastidi come costipazione, emorragie interne, ulcere, gastriti, coliti, coliche renali, tumori.
Le fibre terminali dei nocicettori sono presenti anche a livello vascolare. Esse rivelano dolori come quello della tromboflebite.
La stimolazione di queste fibre porta al cosiddetto dolore nocicettivo viscerale.
La sua caratteristica è la presenza di nausea, vomito e nervosismo, meno frequente nel dolore somatico.
I corpi cellulari dei nocicettori invece si trovano invece nei Gangli delle Radici Dorsali (DRG) o nei nervi cranici (ad esempio g. gasser del trigemino).
Cause del dolore nocicettivo
INFEZIONI e INFIAMMAZIONI
Il rilascio del nostro organismo di sostanze chimiche (prostaglandine e prostacicline) per combattere infezioni e infiammazioni.
Questo evento causa: dolore, gonfiore, arrossamento e sensazione di calore. Raramente il dolore cambia stando a riposo o muovendo la parte coinvolta.
TRAUMI MECCANICI
Fratture, lussazioni, distorsioni, contusioni, strappi, stiramenti, interventi chirurgici.
Sono tutti traumi che attivano i nocicettori “meccanici”, quelli che reagiscono alla pressione o all’allungamento.
Il dolore aumenta in una particolare posizione o si riduce facendo un determinato movimento o mettendosi in una posizione particolare.
USTIONI
Termica, elettrica o chimica.
Il dolore è immediato per stimolazione diretta dei nocicettori cutanei. Quando la lesione è profonda si perdono le porzioni terminali di questi neuroni, causando anestesia (insensibilità) fino a che non si rigenerano completamente.
L’infiammazione sensibilizza i nocicettori intorno alla lesione stessa per poi innescare un processo di sensibilizzazione centrale. La sensibilità e il dolore aumenta così nel tempo.
ALLERGIE
Occhi, pelle, polmoni, vie respiratorie, muscoli, tendini, ma anche articolazioni e apparato gastro-intestinale sono gli organi più colpiti.
I sintomi sono il risultato di una reazione infiammatoria esagerata e prolungata nel tempo dopo un contatto con l’allergene che attiva la risposta immunitaria.
Questa risposta immunitaria può essere:
- lenta (2 giorni) per attivazione dei linfociti T: arrossamento, gonfiore e dolore.
- Rapida attraverso un’anomala di anticorpi IgE, il rilascio di istamina, prostaglandine e leucotrieni. Tutte sostanze con che producono dolore.
DEGENERAZIONI TISSUTALI
Patologie degenerative sono quelle osteoarticolari, come l’artrosi.
Le alterazioni delle cellule cartilaginee e dei tessuti ossei (ad esempio osteoporosi e artrite reumatoide) causano dolore.
Dolore Nocicettivo Cronico
La maggior parte delle volte i nocicettori smettono di attivarsi quando una lesione o una malattia è guarita.
Qualche volta, però, il corpo rilascia delle sostanze che rendono i nocicettori più sensibili a guarigione avvenuta mantenendoli attivi. È il caso di patologie croniche e sintomi persistenti come mal di testa, artrosi, fibromialgia e dolore pelvico cronico.
Sottolineo una volta in più che c’è anche la possibilità che anche dopo la guarigione o la riduzione dei sintomi possa associarsi una paura a sollecitare l’area coinvolta.
Possono anche coesistere dei tratti di personalità, degli atteggiamenti mentali o delle vere e proprie malattie psicologiche e psichiatriche che mantengono la sensazione di dolore (nocicettivo).
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Fibre somatosensitive
Sono i neuroni che portano al cervello gli stimoli provenienti dalla periferia del corpo:
- Caldo e freddo
- Pressione
- Tatto
- Discriminazione tattile
- Riconoscimento tridimensionale degli oggetti
- Dolore.
Ognuna di esse porta con sé uno stimolo di tipo diverso e proviene da un nocicettore differente:
- Il dolore dolore rapido e acuto è trasmesso dalle fibre A ɣ attraverso l’attivazione dei nocicettori termici (> 45 <5) o dai nocicettori meccanici per compressioni intense.
- Il dolore lento e diffuso è invece trasmesso da fibre C a seguito dell’attivazione di nocicettori polimodali per stimoli meccanici di alta intensità, termici o chimici.
Tutte le fibre afferenti nocicettive terminano a livello dei neuroni di proiezione del corno dorsale del midollo spinale (DRG).
Neurotrasmettitori
Nell’articolo sulla sensibilizzazione centrale e periferica abbiamo parlato approfonditamente dei neurotrasmettitori coinvolti da queste fibre afferenti nocicettive:
- il glutammato nelle fibre a delta e C
- il neuropeptide P da un sottotipo di fibre C (ricordiamo come sia la causa di un segnale duraturo e diffuso per l’assenza di un efficiente sistema di ricaptazione).
Esistono infatti fibre C peptidergiche che reagiscono alla sostanza P attraverso il recettore TrkA molto sensibile a NGF e alfa-D-galattosilI- accoppiate a IB4 che si legano a neuroni nei gangli delle radici (DRG).
Terapie
La terapia del dolore nocicettivo dipende dalla lesione, dal tessuto coinvolto e dal tipo di dolore (Acuto o cronico).
Ad esempio se urtiamo il dito del piede contro un divano possiamo mettere il ghiaccio o prendere una dose di anti-infiammatorio (FANS) come ibuprofene. Patologie croniche e sintomi persistenti necessitano invece di terapie farmacologiche più complesse e giornaliere.
La terapia infatti agirà su una fase specifica della nocicezione. Per esempio sulla fase di trasduzione agiscono gli anti-infiammatori. Essi inibiscono la produzione di prostaglandine per ridurre il dolore.
L’anestesia epidurale e le infiltrazioni di cortisone o di anestetico sono altre due modalità per agire sulla stessa fase, ma in modo più aggressivo
I farmaci oppiacei (es. toradol) e antidepressivi invece agiscono sulla quarta fase inibendo l’esperienza del dolore.
Esiste un gran numero di terapie che vengono usate per curare il dolore nocicettivo:
- fisioterapia
- osteopatia, chiropratica, massaggi
- acupuncture, dry needling
- yoga, pilates, ginnastica, esercizio terapeutico, rinforzo, meditazione, mindfulness
- caldo e freddo
- elettricità (terapie fisiche)
- chirurgia.
Può esserti utile conoscere il mio parere
o avere la mia supervisione?
Soluzioni efficaci?
Dipende dalla gravità della lesione, da quanto dura il dolore e da quanto tempo ti fa male. Spesso la guarigione è spontanea e il dolore passa da solo.
Altrimenti ti consiglio di parlare col medico o il fisioterapista. Sapranno eseguire una corretta diagnosi e suggerirti il modo più efficace per curarti.
Un brusco movimento ti ha causato un forte mal di schiena?
Il medico escluderà di gravi cause e ti prescriverà degli anti-infiammatori per ridurre i sintomi dell’infiammazione e il dolore.
Il fisioterapista ti aiuterà a mantenerla forte, flessibile e ti insegnerà come velocizzare la guarigione e ridurre recidive.
Solo dopo molti mesi si valuterà se fare approfondimenti e terapie alternative prima di arrivare alla chirurgia.
In sintesi
Il dolore nocicettivo è la sirena di un allarme. I sensori di questo allarme si chiamano nocicettori. Ci avvisano della presenza di un danno o potenziale pericolo.
La loro soglia di attivazione cambia in base agli sforzi e l’abitudine ad essere sottoposti ad uno sforzo.
Per esempio chi pratica costantemente arti marziali, ginnastica o danza, o sport agonistici che prevedono l‘impatto con oggetti (calcio, pallavolo, ecc.) ha una soglia e una tolleranza del dolore molto più alta di chi ha una vita sedentaria.
Quando ci si taglia con la carta o si sorregge una tazza di tè bollente si può avere una reazione sproporzionata rispetto al grado reale di pericolo.
Al contrario lesioni importanti possono passare inosservate in atleti agonisti: il grado di lesione non rispecchia il dolore percepito.
I nocicettori si comportano come la spia del carburante.
Quando la benzina inizia a scarseggiare, la spia si accende. È il conducente che interpreta la presenza il significato di questo evento.
Si può avvertire un dolore importante anche in totale assenza di danno, attivazione dei nocicettori, infiammazione e precedenti esperienze dolorose: è il caso di problematiche psicologiche e di alcune malattie mentali.
Fisioterapisti, psicologi e medici sono i professionisti di riferimento per curare questo tipo di dolore e le sue conseguenze.
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Riferimenti bibliografici
Riferimenti bibliografici
Come si forma il dolore: approccio multisensoriale alla nocicezione.
Senkowoski
Trends in Cognitive Science 2014
Peripheral and Central Mechanisms of Pain Generation
Schaible
Handbook Expermental Pharmacology 2007
Nociception, Pain, Negative Moods, and Behavior Selection
Baliki
Neuron 2015
Ultima revisione: 29/3/2019
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